martedì 1 settembre 2009

OASI NATURALISTICA DI CASTELLO: AREA S.I.C.e Z.P.S.PROTETTA DALLE LEGGI. MA CHI LE FARA' APPLICARE’?





In questi giorni in cui a Firenze si sta finalmente riscontrando l’estrema pericolosità del progetto del sottoattraversamento e stazione Foster in zona ex Macelli si sta pero’ riaprendo un’alternativa pericolosa che vede nello spostamento dei progetti in area Castello un’ipotesi appetibile a molti. Ma prima di discutere sulla possibilità di dislocare progetti e piani urbanistici in questa o l’altra area non si dovrebbe tener conto, innanzitutto, delle leggi vigenti? Più volte è già stato sottolineato che sarebbe bastato applicare la legge regionale del 3.11.1998 n.79 e non ci saremmo trovati davanti all’incresciosa realtà di un progetto quale quello di Foster che non tiene conto neppure della realtà del sottosuolo dell’area ex Macelli, già nell’800 oggetto dell’opera di ‘bonifica, regimazione di superficie e canalizzazione sotterranea di acque provenienti dai torrenti del versante Nord realizzate e condotte da Giuseppe Poggi’ (vedi relazione Arch. Del Buono). Ma se le leggi ci sono, e sono buone leggi, esse rimangono tuttavia quasi sempre sulla carta. Noi diciamo che è giunto il momento di metterle in pratica e che siamo stanchi di leggere sui giornali di pareri su questo o quel progetto da parte di questo o quell’architetto, Sindaco o Assessore basati su considerazioni e posizioni tanto diverse quanto soggettive.

Nel caso di CASTELLO, l’area è super protetta dalle leggi europee ed italiane. Usiamo questa dicitura non a caso, perché la mappa di Rete Natura 2000 (vedi allegato) parla chiaro, comprendendo tutta la zona su cui si vorrebbe costruire (o lo si è già fatto, vedi scuola Sottoufficiali). Si tratta di una zona cosiddetta SIC (zona di interesse strategico comunitario) e ZPS (zona di protezione speciale), al pari, per importanza, a Vallombrosa o l’ Orrido di Botri. Lo dicono le leggi, sia europee che nazionali:
Direttiva 21 maggio 1992 n. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (G. U. C. E. n. L 206 del 22 luglio 1992). Recepita in Italia con D. P. R. 8 settembre 1997 n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE realtiva alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche (Suppl. ord. Alla G. U. n. 248 del 23 ottobre 1997). Modificata con Atto relativo alle condizioni di adesione della Repubblica d’Austria, della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia e agli adattamenti dei trattati (GU C 241 del 29 agosto 1994). Modificata con Direttiva del 27 ottobre 1997 n. 97/62/CE, recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e delle flora e della fauna selvatiche (G. U. C. E. n. L 305 dell’8 novembre 1997). Recepita in Italia con Decreto Ministeriale 20 gennaio 1999 n. - Modificazioni degli allegati A e B del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, in attuazione della direttiva 97/62/CE del Consiglio, recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CEE (Gazz. Uff. n. 32 del 9 febbraio 1999). Modifiche ed integrazioni con D.P.R. 12 marzo 2003 n. 124 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997 n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/4:/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” (Gazz. Uff. n. 124 del 30 maggio 2003). Modificata con Atto relativo alle condizioni di adesione della Repubblica Ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica Slovacca e agli adattamenti dei trattati sui quali si fonda l’Unione europea - Allegato II: Elenco di cui all’articolo 20 dell’atto di adesione - 16. Ambiente - C. Protezione della natura (GU L 236 del 23 settembre 2003).
Ma come mai Castello, che all’apparenza pare davvero una piana desolata da poter riempire di costruzioni, stazioni, o altro, è così importante dal punto di vista naturalistico da essere protetta da una così ampia legislazione?? continua a leggere l'articolo su POSTS



La risposta
arriva puntuale proprio dalla direttiva europea che per prima la tutela:
La direttiva ha come scopo la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e fauna selvatiche nel territorio europeo degli stati membri (art. 2). La più importante misura di conservazione contenuta nella direttiva è senza dubbio l’istituzione della rete ecologica europea di zone speciali di conservazione (denominata “NATURA 2000“) (artt. 3 e segg.).
Castello ed aree limitrofe (Stagni della Piana Fiorentina) è un’importantissima ‘area umida’, composta di una rete di stagni e ambienti naturali che rappresentano una fondamentale area di sosta e di riproduzione per molte specie di uccelli lungo le rotte migratorie europee. L’equilibrio di tutta la rete Natura, una volta aperta una falla, si romperebbe , con inevitabili conseguenze su tutto l’eco-sistema europeo. Le zone umide, sempre più rare a causa della capillare antropizzazione e oggetto di forti interessi speculativi, sono spesso gli ultimi baluardi per specie sia faunistiche che floristiche in via di estinzione, ma rappresentano anche un’importante forma di salvaguardia nei confronti delle alluvioni fungendo da importanti casse d’espansione, nonché un potente termo-regolatore per i territori circostanti. In poche parole, una preziosa realtà che sta per scomparire senza che i cittadini ne conoscessero l’esistenza, proprio come nel caso altrettanto emblematico del Parco Urbano nell’area ex Macelli.
Cittadini per gli Alberi aveva già smosso la questione alcuni mesi fa, allertando l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico che si era prontamente messa in moto inoltrando una specifica richiesta di assoggettamento dell’area alla V.A.S. (valutazione ambientale strategica) ad aprile 2009, ma non ci fermeremo qui, perché ora vorremo sapere se siano o meno state espletate tutte le procedure di Valutazione d’Incidenza previste per tutti le zone SIC e ZPS per tutti questi progetti virtuali, tra cui stazioni, stadi, aeroporti, di cui tanto si discute in questi giorni e che a nostro avviso mal si combinano con aree di oasi naturalistiche quale è Castello e che, al contrario di quanto lo è adesso, andrebbe valorizzata e fatta conoscere, non deturpata dall’orribile skyline di bruttissime palazzine che nascono come funghi nei pressi dell’aeroporto e che ogni giorno si mangiano parte di un territorio lasciato forse ‘volutamente’ all’incuria e all’abbandono per far credere che non abbia valore.
Ma nonostante l’evidenza, si rileva che perfino gli architetti e gli urbanisti chiamati recentemente ad esprimere e proporre la propria idea per Firenze non fanno mai alcun accenno alla legislazione che tutela l’area, come se Castello, dal punto di vista giuridico, fosse realmente sullo stesso piano di Campo di Marte o Rifredi. Come mai? Possibile che si tratti solo di una distrazione generale?
Noi chiediamo che l’urbanistica riparta invece proprio dalla legalità e dal buon senso, dalle buone progettazioni condotte con sani strumenti urbanistici che tengano conto INNANZITUTTO delle leggi vigenti, affinché si possa assicurare un futuro alle città ma anche al patrimonio naturalistico che ormai non appartiene più ai confini limitati dei comuni e delle province. Chiediamo che Firenze possa essere la prima città italiana a mettere in pratica il dettato della Convezione di Bonn che richiama alla proprie responsabilità i governi locali affinché attuino nei loro territori la salvaguardia delle bio-diversità che si riverbererà su tutti gli altri territori come effetto globale (Bonn Call for Action, 2008), e che grazie ad una svolta decisa nella gestione del proprio ambiente, l’Italia non venga più costantemente deferita alla Corte di Giustizia Europea, come nel caso recente di Is Arenas (Sardegna), per citare solo l’ultimo caso di deturpamento di area S.I.C. in Italia che purtroppo interviene solo a danno già compiuto (dunque anche a livello europeo si dovrà correggere il tiro).
E’ facile dare avvio a progetti anche devastanti purché assicurino (a pochi) ingenti proventi nell’immediato e che aprono pero’ una voragine (non è solo una metafora) di incalcolabili danni futuri. Non è più tempo per simili soluzioni di comodo: è il momento delle scelte forse più difficili sul momento ma che possono aprire la via ad un effettivo cambiamento nella ‘sostanza’ e che garantiscano vita, salute e un futuro, anche economico, per tutti. Chiediamo pertanto che venga assicurata la sopravvivenza e la valorizzazione dell’oasi naturalistica di Castello in modo che essa possa diventare un punto di riferimento importante per tutta l’Europa: Firenze non solo città d’arte e di bellezze architettoniche e monumentali, dunque, ma anche rispettosa delle sue preziose aree naturalistiche, ormai merce rarissima che pero’, nel tempo, può diventare anche un importante strumento economico nelle mani di amministratori lungimiranti: perché se si parla di bellezza, non ci si può dimenticare che la natura ne è il primo esempio ed il più importante.
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