lunedì 13 aprile 2009

CASTELLO NON SI TOCCA (MA ERA UNA MOSSA DA SCACCHISTI) ORA INVECE SI TOCCA ECCOME, APPENA 1 ANNO DOPO

Il piano strutturale di Firenze va assoggettato a valutazione ambientale strategica !




L'associazione ecologista Gruppo d'Intervento Giuridico ha inoltrato alla Commissione europea, al Sindaco di Firenze, alla Regione Toscana, alla Provincia di Firenze, al Ministero dell'ambiente e, per opportuna conoscenza, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale fiorentino una specifica richiesta (13 aprile 2009) per l'assoggettamento a valutazione ambientale strategica - V.A.S. del piano strutturale (artt. 21 e ss. della legge regionale Toscana n. 1/2005) di Firenze, adottato con deliberazione Consiglio comunale n. 49 del 24 luglio 2007 ed ora in corso di approvazione definitiva.  Dai documenti pubblicati sul sito web ufficiale non pare proprio svolta.  Il Gruppo d'Intervento Giuridico ha raccolto, così, numerose segnalazioni pervenute dai propri soci fiorentini e da cittadini e comitati, estremamente preoccupati, in particolare, delle radicali trasformazioni previste nella piana di Castello, alle porte della Città, oggetto anche di recenti indagini da parte della competente magistratura penale e di molte polemiche.  Tali interventi troverebbero spazio nell'ambito della proposta di variante al piano urbanistico esecutivo - P.U.E. "Castello" approvato con deliberazione Consiglio comunale Firenze n. 911 del 7 giugno 1999 quale accordo di programma e variante al P.R.G. (deliberazione C.C. n. 141/1998) di Firenze (sottozona C1.1 di Castello, zona di trasformazione urbanistica di nuovo impianto, assoggettata a P.U.E. di iniziativa pubblica). Detta variante ha visto avviare il relativo procedimento di approvazione con deliberazione Giunta comunale n. 2008/G/00217 del 15 aprile 2008. In detta proposta di variante sarebbero comprese le realizzazioni della nuova Scuola Sottufficiali Carabinieri, i nuovi centri amministrativi della Regione Toscana e della Provincia di Firenze, forse (ma ormai poco probabile) una nuova "cittadella" sportiva imperniata sulla squadra di calcio della Fiorentina. Gli interventi in argomento interessano il sito di importanza comunitaria (S.I.C.) "Stagni della piana fiorentina" (codice IT5140011), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, esecutiva con D.P.R. n. 357/1997 e successive modifiche ed integrazioni (elenco regione biogeografica mediterranea approvato con decisione Commissione europea n. 3261 del 19  luglio 2006 in G.U.  CE n. L259 del 21 settembre 2006).    Come noto, la valutazione ambientale strategica - V.A.S., prevista dalla direttiva n. 2001/42/CE, interessa piani e programmi aventi effetti sensibili diretti ed indiretti sull'ambiente e le varie componenti ambientali ed è disciplinata dagli artt. 12 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni (codice dell'ambiente). La conclusione del relativo procedimento è precedente e vincolante all'approvazione definitiva ed all'efficacia dei suddetti piani e programmi.  E gli ultimi lembi di zona umida della Piana fiorentina meritano efficace tutela e corretta valorizzazione, non cemento.
Gruppo d'Intervento Giuridico


Addio allo stadio a Castello. Scompaiono dal piano strutturale anche 100 mila metri quadrati di case.
Piano strutturale, colpo di scena: nell´ultima versione, oggi in approvazione alla conferenza dei servizi Regione-Provincia-Comune scompaiono i 100 mila metri quadrati di nuove case previsti a Campo di Marte, sul viale Belfiore, a Rifredi. Scompare anche Castello come area per ospitare il nuovo stadio Fuksas-Della Valle. Stadio nuovo, punto e a capo. Dall´ultima versione del piano strutturale - sarà approvata oggi dalla conferenza dei servizi tecnica di Regione, Provincia e Comune prima di finire (forse) in votazione nell´ultimo consiglio comunale del 20, 21 e 22 aprile per l´ok definitivo - scompare del tutto la location di Castello, indicata dal sindaco Leonardo Domenici come la più adatta all´interno del Comune di Firenze per accogliere il mega impianto progettato dall´architetto Massimiliano Fuksas per i Della Valle.  Nel testo non si fa alcun cenno alla possibile collocazione: si dice solo che lo stadio si dovrà spostare dal Campo di Marte e che sarà aperta una consultazione con i comuni dell´area metropolitana per trovare la o le aree indicate ad accoglierlo. Cancellata la proposta della giunta comunale del 30 settembre 2008 di individuare nell´Utoe 2 (la zona di Castello appunto) una sede possibile per il nuovo stadio. Niente proposte alternative: il piano strutturale prende solo atto della necessità di trasferire lo stadio ma non dice dove.  Addio stadio a Castello dunque. Fine di una voce circolata per più di un anno e poi diventata scelta politica della giunta comunale. Era già stato il consiglio comunale, dopo il caos dell´inchiesta giudiziaria della Procura sull´area di Castello ancora sotto sequestro, a chiedere, con un ordine del giorno del 2 dicembre 2008, lo stop all´operazione Castello. Stavolta è ufficiale: tutto scritto nelle carte del piano strutturale. Che tuttavia non riserva solo questa sorpresa: dal testo finale saltano anche i 100 mila metri quadrati di nuove case lungo le aree ferroviarie (di cui 45 mila a Campo Marte e altri 55 mila tra Rifredi, Belfiore e Rovezzano) previsti nel protocollo d´intesa tra Comune, Regione, Provincia e Ferrovie firmato a fine 2008. Quell´accordo (il Comune riceve l´area della Leopolda per farci il nuovo teatro comunale, le Ferrovie ottengono la possibilità di edificare lungo i binari) dovrà essere recepito in seguito e al di fuori del piano strutturale come aveva ipotizzato la giunta comunale.  Non solo: nel piano che la conferenza dei servizi si appresta ad approvare oggi (il Pdl e i comitati cittadini chiedono alla Provincia guidata da Matteo Renzi, candidato sindaco Pd da mesi critico sul piano, di opporsi all´ultimo tuffo), sono cancellati tutti gli aumenti di volumetrie previsti successivamente al 2007, quando il piano fu adottato. Sull´area della Seves, la fabbrica di Castello in crisi, si dice che non saranno consentiti cambi di destinazione d´uso da produttivo a residenziale e che il trasferimento della fabbrica sarà possibile solo previo accordo con le istituzioni e nell´area metropolitana. Ieri in consiglio comunale rimandato ancora il piano di recupero (scaduto) per il multiplex di Novoli.
    
da La Repubblica, ed. Firenze, 3 dicembre 2008
Firenze e l'affare nuovo stadio il sindaco disse: è meglio del parco.
Simona Poli, Massimo Vanni

FIRENZE - Lo stadio al posto del parco. Dalle carte dell'inchiesta sull'area Castello di proprietà di Salvatore Ligresti, che vede indagati oltre al costruttore due assessori della giunta di Firenze, salta fuori ora una "trattativa segreta" attorno alla collocazione del nuovo stadio che Diego Della Valle sogna di costruire per la sua Fiorentina. Il 26 giugno scorso il sindaco Leonardo Domenici parla al telefono da Roma con il suo assessore all'Urbanistica Gianni Biagi, ora indagato insieme al collega di giunta Graziano Cioni. Dice di stare «andando ad un pranzo riservato con Ligresti e Della Valle» e chiede a Biagi (che nel frattempo ha dato le dimissioni) informazioni sulla convenzione firmata dal Comune per Castello.  Una convenzione del 2005 che prevede che accanto alla realizzazione di 1 milione e 400 mila metri cubi di edifici pubblici e privati vengano sistemati a parco 80 ettari di terreno da Fondiaria Sai. Il documento esclude che si possa fare uno stadio in quella zona ma Domenici sembra intenzionato a cambiare gli accordi. Racconta Biagi in un'altra intercettazione riferendosi a Castello: «... Ti posso dire con certezza che Della Valle e Ligresti si sono incontrati più volte prima dell'estate... che... Leonardo e io abbiamo incontrato Della Valle il 2 o il 3 di agosto... dove ci ha fatto vedere questo progetto».  Agli occhi della città però il bozzetto disegnato da Massimiliano Fuksas appare all'improvviso il 19 settembre, quando i fratelli Della Valle lo presentano in una sala affrescata del Four Seasons dove sono invitati tutti i politici e gli amministratori fiorentini. Un'offerta "prendere o lasciare", spiega Della Valle, facendo capire alla sua selezionata platea quanto sia importante per Firenze cogliere al volo un'occasione di sviluppo che prevede oltre allo stadio negozi, alberghi, una disneyland del calcio e vari impianti sportivi. Ad ascoltarlo c'è anche il sindaco. Che subito dopo l'incontro, come si legge in un'altra intercettazione con Biagi, va da Diego: «... senti... non lo sa nessuno... ma vado un momento a chiacchierare con Della Valle... gli dico anche questa cosa qui.. che noi allora entro il 30 settembre facciamo questa roba...». Biagi: «va bene». Domenici: «cioè praticamente noi facciamo un...». Biagi: «un emendamento». E infatti l'emendamento al Piano strutturale viene elaborato. Rimaneggiando il testo al telefono, sempre con Biagi, Domenici chiarisce che non intende fare un favore a Della Valle concedendo lo stadio: «...oh! spero che tutti capiscano che il sindaco vuole toccare il parco! cioè vorrei che su questo non ci fossero dubbi.. io voglio toccare il parco... e non perché io voglio dare ragione a Della Valle.. ma perché quel parco mi fa cagare da sempre... è chiaro?». Le cose però non vanno in questo modo. Due giorni fa in una tesissima seduta del consiglio comunale lo stadio scompare di nuovo dal piano urbanistico di Firenze. La maggioranza si spacca e il Pd rimane solo a difendere l'emendamento del sindaco: l'ala sinistra vota insieme a Forza Italia, An e Udc per chiedere che restino gli 80 ettari di parco. Uno smacco vissuto male da un Pd già duramente scosso dall'inchiesta che vede indagato uno dei quattro candidati alle primarie per il sindaco, lo sceriffo Cioni, l'assessore conosciuto in Italia per l'ordinanza contro i lavavetri. Inutili finora tutti i tentativi dei vertici del partito per convincerlo a fare un passo indietro, almeno dalla corsa elettorale. «Io sono innocente e non scappo dall'accusa infamante di corruzione», spiega Cioni. A dare le dimissioni per effetto delle intercettazioni, invece, è il direttore della Nazione Francesco Carrassi: parlava al telefono con l'uomo forte di Fondiaria Sai, Fausto Rapisarda, anche lui indagato. Dalle conversazioni sembrano emergere scambi di favori.
da La Repubblica, ed. Firenze, 19 novembre 2008
Castello, accuse di corruzione agli assessori Cioni e Biagi.
Salvatore Ligresti non ha ancora posato un mattone, ma sull´area di Castello destinata ad accogliere un nuovo vasto quartiere di Firenze già aleggia l´ombra della corruzione. Il costruttore di origine siciliana, presidente onorario di Fondiaria Sai, proprietaria dei terreni di Castello, è indagato insieme con il suo braccio destro Fausto Rapisarda, con gli assessori comunali Graziano Cioni (sicurezza sociale) e Gianni Biagi (urbanistica), con due architetti progettisti e con il dirigente di Europrogetti (società del gruppo Fondiaria Sai). Per tutti l´ipotesi di reato formulata dai pubblici ministeri Giuseppina Mione, Giulio Monferini e Gianni Tei è il concorso in corruzione. I carabinieri del Ros hanno perquisito le abitazioni e gli uffici degli indagati e le sedi di Fondiaria Sai, del Consorzio Castello (la società del gruppo che si occupa della operazione immobiliare sulla piana) e di Europrogetti.  La tesi della procura è che il gruppo Fondiaria Sai guidato dal 2001 da Salvatore Ligresti abbia instaurato un «rapporto corruttivo» con i due assessori fiorentini. Un rapporto «connotato di promesse e dazioni» da parte dell´impresa e da «atti contrari ai doveri d´ufficio» da parte dei pubblici amministratori. L´obiettivo, per il gruppo Ligresti, sarebbe quello di ottenere l´avallo e l´esito positivo delle proprie iniziative economiche e imprenditoriali finalizzate, fra l´altro, alla massima valorizzazione dell´investimento immobiliare nell´area di Castello. Nel caso dell´assessore all´urbanistica Gianni Biagi, gli inquirenti ipotizzano che egli abbia adottato «iniziative e provvedimenti in contrasto con gli interessi pubblici» del Comune di Firenze, in cambio della «promessa... di utilità economiche e non economiche, per sé e per altri, ovvero da conseguirsi da lui direttamente o indirettamente». Fondiaria Sai, fra l´altro, gli avrebbe chiesto indicazioni sui nomi di professionisti cui affidare incarichi di progettazione nell´area di Castello.  Quanto all´assessore Graziano Cioni, i magistrati gli contestano di aver instaurato con Fausto Rapisarda, indicato come «alter ego» di Salvatore Ligresti, «un rapporto corruttivo a carattere continuativo» e di aver garantito al gruppo imprenditoriale il suo costante appoggio politico e amministrativo, quanto meno negli ultimi cinque anni. I magistrati ritengono che l´assessore avrebbe dovuto astenersi dall´approvare la convenzione urbanistica stipulata il 18 aprile 2005 fra il Comune di Firenze e il Consorzio Castello (Gruppo Ligresti), che aveva ad oggetto lo sfruttamento edilizio dell´area di Castello. Avrebbe dovuto astenersi - secondo la procura - perché suo figlio è dipendente di Fondiaria dal 2002. Al contrario, secondo gli inquirenti, l´assessore non solo ha approvato la convenzione ma ha anche ricevuto concreti vantaggi dal gruppo Ligresti. Tramite Fausto Rapisarda ha ottenuto - sostiene l´accusa - la possibilità per una sua conoscente di prendere in affitto un appartamento in viale Matteotti di proprietà di Fondiaria. Gli contestano inoltre una gratifica in favore del figlio dipendente della compagnia di assicurazioni e un contributo di 30.000 euro corrisposto da Fondiaria Sai per finanziare la consegna a domicilio a tutti i fiorentini del regolamento di polizia municipale introdotto da una lettera di presentazione dello stesso assessore.  Oltre che per corruzione, Graziano Cioni è sotto inchiesta anche per violenza privata aggravata in una vicenda che si intreccia, secondo gli inquirenti, con la sua partecipazione alle primarie del Pd per la scelta del candidato sindaco di Firenze. Si tratta in questo caso di fatti recentissimi, risalenti al mese scorso, peraltro smentiti da tutti i protagonisti. Secondo le ipotesi di accusa, l´assessore avrebbe costretto a suon di minacce l´imprenditore Marco Bassilichi a rimuovere la sua dipendente Sonia Innocenti dall´incarico di rappresentante dell´impresa Bassilichi con le pubbliche amministrazioni. Ciò perché - affermano gli inquirenti - Sonia Innocenti intendeva appoggiare nelle primarie un altro candidato. La signora risulta infatti fra i firmatari che hanno sostenuto la candidatura dell´europarlamentare Lapo Pistelli. Secondo le accuse, dopo aver saputo che Sonia non l´avrebbe appoggiato e dopo avere ricevuto la conferma dalla stessa interessata nel corso di una burrascosa telefonata, Cioni si arrabbiò di brutto e fece una sfuriata con Bassilichi, dicendogli che non avrebbe mai più fatto entrare la signora Innocenti nel suo ufficio e che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per farle chiudere in faccia ogni altra porta. La procura ritiene che in tal modo l´assessore abbia messo Bassilichi con le spalle al muro, prospettandogli guai per la sua attività imprenditoriale se non avesse sostituito l´impiegata. Tanto più che - secondo le accuse - la minaccia sarebbe stata ribadita a Bassilichi tramite il presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi, altro candidato alle primarie in concorrenza con Cioni, con Pistelli e con l´assessore Daniela Lastri. Una brutta faccenda all´ombra della corsa alle elezioni del nuovo sindaco. Urla, sfuriate, accordi trasversali, minacce. Che tutti, però, smentiscono.
Domenici ai magistrati "Fate presto l´inchiesta".

All´origine dell´inchiesta c´è la convenzione stipulata il 18 aprile 2005 tra il Consorzio Castello e il Comune di Firenze per l´utilizzo dell´area di proprietà dei Ligresti estesa 168 ettari. Con la convenzione la proprietà cedette gratuitamente al Comune 101 ettari (di cui 80 per un parco pubblico) avviando la fase realizzativa dell´intervento del quale a Firenze si parla dal 1983, quando il progetto insisteva su un´area ancora più grande, quella di ´Fiat-Fondiaria´. Nel 1989 fu una famosa telefonata di Achille Occhetto, allora segretario del Pci, a bloccare il via libera che la giunta guidata da Massimo Bogianckino (Psi) si apprestava a dare al progetto presentato in pompa magna pochi giorni prima in Palazzo Vecchio. Il progetto prevede la realizzazione di uffici pubblici e privati (fra i quali le sedi della Regione, della Provincia e un nuovo polo scolastico). Sono poi previste abitazioni, negozi, la scuola carabinieri, due alberghi, strade, piazze, scuole, impianti sportivi. Il completamento era previsto nel 2014. Due mesi fa Diego e Andrea Della Valle hanno presentato un progetto per il nuovo stadio di Firenze e il Comune ha già votato un emendamento al Piano strutturale che prevede la possibilità di realizzare un nuovo impianto in quella zona.  «Mi auguro, nel ribadire piena fiducia nell´autonomo operare della magistratura, che l´inchiesta possa essere chiusa presto anche tenendo conto del delicato momento politico-istituzionale che la città si sta accingendo a vivere, in vista delle prossime elezioni amministrative» ha detto intanto il sindaco Leonardo Domenici. «La situazione non fa venire meno la mia fiducia nei confronti di Gianni Biagi e Graziano Cioni, di cui conosco e apprezzo, oltre alla capacità amministrativa, anche le qualità umane e il cui apporto alla lunga azione di governo di questi anni è stato particolarmente importante».


da La Repubblica, ed. Firenze, 20 novembre 2008
Ecco perché la procura crede che Ligresti sia stato favorito.
Domanda: «Qual è stata la fiammella che ha dato il via all´inchiesta?». Risposta di uno degli inquirenti: «La fiammella è un incendio». Dal che si dovrebbe dedurre che l´inchiesta per corruzione sul progetto di urbanizzazione dell´area di Castello di proprietà Fondiaria Sai è fondata su elementi più vasti e più gravi di quelli abbozzati nelle informazioni di garanzia che hanno colpito il costruttore Salvatore Ligresti, presidente onorario di Fondiaria Sai, il suo braccio destro Fausto Rapisarda, il suo collaboratore Gualtiero Giombini di Europrogetti, gli assessori fiorentini Gianni Biagi (urbanistica) e Graziano Cioni (sicurezza sociale), nonché l´architetto Marco Casamonti (Archea) e il professor Vittorio Savi, docente di storia dell´architettura, consulenti di Fondiaria Sai per il piano di Castello su indicazione (sostiene l´accusa) dell´assessore Biagi. I difensori si apprestano a ricorrere al tribunale del riesame anche per poter conoscere qualcosa di più delle carte in mano ai magistrati. Ieri Palazzo Vecchio ha ribadito che non sono sotto accusa gli atti amministrativi sui terreni di Castello. E l´assessore Graziano Cioni, indagato per aver instaurato «un rapporto corruttivo di carattere continuativo» con Fausto Rapisarda del Gruppo Ligresti, ha ricordato che era assente il 14 dicembre 2004, quando la giunta approvò la convenzione attuativa del piano urbanistico esecutivo di Castello, poi approvata in consiglio comunale il 17 gennaio 2005 e stipulata il 18 aprile successivo.  Da quella convenzione, in ogni caso, occorre partire per comprendere l´ipotesi della procura secondo cui il Gruppo Ligresti sarebbe stato favorito. L´area ha una superficie di 168 ettari a ridosso dell´aeroporto di Peretola. L´accordo prevedeva che Fondiaria cedesse a titolo gratuito al Comune 130 ettari, di cui 80 destinati a parco urbano, il resto alla Scuola Marescialli dei Carabinieri, a strade, giardini, scuole, piazze. Sui restanti 38 ettari Fondiaria poteva realizzare circa 1500 appartamenti, oltre ad alberghi e a insediamenti commerciali e alla nuova sede della Regione. Allegati alla convenzione uno studio di impatto ambientale in forma semplificata, una valutazione previsionale di clima acustico e uno studio di accessibilità, infrastrutture e traffico.  Dopo la stipula dell´accordo accade però che la parte pubblica accresce i suoi progetti su Castello. Oltre alla Regione si pensa alla nuova sede della Provincia e a un complesso scolastico. Nascono seri problemi perché la convenzione prevede la facoltà per il Gruppo Ligresti di realizzare con le proprie imprese le edificazioni di interesse pubblico, mentre per legge Regione e Provincia non possono non bandire un appalto. La trattativa si conclude con la decisione che la parte pubblica acquisterà i terreni «a prezzo di mercato» (invece di riceverli a titolo gratuito).  A quel punto l´iter di trasformazione dell´area sembra acquistare una doppia velocità. In agosto il Consorzio Castello del Gruppo Ligresti ottiene le concessioni edilizie per costruire i fabbricati per «funzioni private», mentre è ancora in discussione la ulteriore variante sugli insediamenti pubblici, per la quale manca la valutazione di impatto ambientale. Quanto al parco urbano, la convenzione lo definisce «elemento essenziale per assicurare qualità urbana all´intero complesso» e stabilisce che le aree destinate ad accoglierlo siano cedute a titolo gratuito al Comune «sotto la condizione risolutiva che non ne venga modificata la destinazione urbanistica a parco urbano». In base alla convenzione, il parco deve essere realizzato da Fondiaria a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Il progetto è di Christophe Girot, ritenuto «il miglior paesaggista del mondo». Ma nessuna concessione è stata finora rilasciata per la sua realizzazione. E la sua sorte è in bilico dopo che Diego Della Valle ha lanciato l´idea (corredata dal progetto firmato Massimiliano Fuksas) di un nuovo stadio e della cittadella dello sport, e il Comune ha inserito, nella bozza di piano strutturale, la previsione del nuovo stadio a Castello. Si presume a spese del parco, che verrebbe drasticamente ridimensionato, con l´ulteriore problema che i terreni non verrebbero più ceduti a titolo gratuito. Ma il sindaco Leonardo Domenici non sembra contrario, visto che ha espresso i suoi dubbi su quegli 80 ettari di verde che, secondo lui, potrebbero divenire «un ricettacolo dell´area metropolitana».


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