giovedì 17 settembre 2009

TAV A FIRENZE:IL GIOCO DEL CERINO



In un convegno organizzato dall’Amministrazione Comunale fiorentina e dal Dipartimento di Scienza della terra dell’Università di Firenze, i tecnici convenuti esponevano le risultanze delle ricerche sul rischio sismico a cui è esposta Firenze: ne risultava che le zone maggiormente a rischio sarebbero comprese fra S.Maria Novella, San Jacopino e Via Maragliano, a motivo anche dell’instabilità delle falde  già ora minacciate dall’eccessivo prelievo di acqua  necessaria al funzionamento DEI CONDIZIONATORI D’ARIA.
Si potrebbe supporre che i relatori, fra cui il prof. Coli e il dott. Pietro Rubellini, attualmente considerati “garanti” della sicurezza delle opere della TAV, un anno fa grandemente preoccupati per le quantità d’acqua prelevate per i condizionatori, ora siano maggiormente preoccupati per le enormi quantità d’acqua che dovrebbero essere prelevate e pompate dalle falde del versante nord sconvolte dal passaggio del tunnel della TAV e opere connesse che, guarda caso fra l’altro, saranno proprio in aderenza se non dentro alla zona di criticità sismica.
Sono preoccupati? Non pare proprio.
Forse sono preoccupati perché temono che qualcuno rilevi la contraddittorietà delle loro affermazioni e ne metta in dubbio la scientificità.
In questo caso fanno bene a preoccuparsi perché qualcuno le sta rilevando.
Fanno addirittura sobbalzare le recenti affermazioni del Prof. Coli secondo cui la falda, descritta come una specie di lago (?!) sarebbe sotto la città (“sotto l’asfalto”) ad una profondità variabile dai “2 agli 8 metri non di più per cui il doppio tunnel ferroviario posto a 20-25 metri di profondità non lo intaccherebbe.
Inoltre vi sarebbero le precauzioni che il Dott. Rubellini predisporrebbe  a mezzo di un sistema di pompe che, in caso di grandi precipitazioni dovrebbero costituire la difesa di Firenze CONTRO LA DIGA sotterranea a monte, sul versante nord della città.
Una prima domanda: nel caso sciagurato di grandi precipitazioni, in cui il livello dell’Arno crescesse di 10 - 15 metri, le pompe funzionerebbero ancora? e dove scaricherebbero?
Direttamente nelle nostre case?
E che ne sarebbe dei terreni e dell’acqua a monte della diga? (Continua a leggere su POSTS)

I Cittadini per gli Alberi sono letteralmente atterriti di fronte alla congerie di contraddizioni e di improvvisazioni di questi esperti che già da ora si assumono insieme agli Amministratori in carica e/o già decaduti, grandissime responsabilità. Abbiamo un’ ipotesi, e cioè che qualcuno abbia pensato di fare il gioco del cerino: facciamo in modo che il cerino si spenga nelle mani degli “esperti” e dei “tecnici”, così i politici saranno salvi.
Dopo 20 anni di progetti e follie, di éscamotages e di improvvisazioni, siamo ancora a parlare di rischi,  di sistemi di pompe, come se nessuno in 20 anni avesse mai pensato alle criticità  vere, reali, del sottosuolo di Firenze: come se il tunnel a CANNA DI FUCILE dovesse interessare una città di Lego, posata sul tavolo di casa. In verità le canne di fucile sono puntate verso di noi: il rischio idrogeologico di Firenze non è rappresentato solo dall’Arno, ma da tutto ciò che in Arno fluisce da sopra e da sottoterra
Ma che progettisti sono quelli che non partono dalle condizioni poste dal contesto?
Ma che esperti? Che geologi? Che ingegneri?
Ma quali Amministratori sono quelli che si stanno guardando attorno SGOMENTI ( perché certamente ora sono in preda allo sgomento) e cercano rassicurazioni nelle parole degli esperti, dei tecnici: ma a chi guardano?
I tecnici  sono quelli che mentre si preoccupano della subsidenza  provocata  dai condizionatori (!)  non si preoccupano invece della subsidenza provocata  dal tunnel CHE TAGLIERA’ LE FALDE PROPRIO A 20-25 metri e dalla stazione INFILATA DENTRO LA FALDA FREATICA.(ai Macelli l’acqua è visibile dai pozzi), dagli effetti che queste opere produrranno in maniera irreversibile sulla città, oltretutto sui margini di quella zona a rischio sismico che PROPRIO LORO HANNO INDICATO!
Siamo a due mesi dalla data fatidica e lo sgomento degli Amministratori è più che giustificato:
CHI SI ASSUME LA RESPONSABILITA DI QUESTI ENORMI RISCHI?
Fanno girare il cerino e faranno in modo che resti in mani opportune.
D’altro canto con l’Autorità di Bacino è stata la stessa storia: quale Ente avrebbe avuto più autorità per opporsi ad un progetto tanto sciagurato e stupido? Nelle Conferenze dei Servizi sono stati sempre zittiti, aggirati, o non convocati, non hanno mai alzato la voce, ma sempre solo debolmente scritto qualche riga di dissenso: però il cerino arriverà anche nelle mani della Presidente Checcucci. Ma la Presidente non è una esperta , è di nomina politica: nel caso che il cerino le si spenga fra le dita potrà accampare la giustificazione che lei non possiede le competenze tecniche per giudicare un simile progetto.
Ma si è mai vista, dal Basso Impero ad oggi, tanta supponenza e tanta ignavia?
Sì, forse il precedente c’è, e si chiama “Diga del Vajont”. firmato: Arch. Giovanna del Buono

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