venerdì 26 agosto 2022

Firenze: la strage degli alberi continua.

 

25/26 Agosto 2022. Pini Viale Redi/Via Mariti
Sono giunte diverse segnalazioni che sono in corso di abbattimento 52 alberi adulti (Pinus Pinea) senza che comunicazione del loro previsto abbattimento fosse stata trasmessa dall’Assessorato all’Ambiente attraverso il portale Sezione Abbattimenti dell’Albo Pretorio on line, come minimo un mese prima, come da suo preciso impegno assunto nei confronti della cittadinanza in seguito a mozione num. 409 del 27 Luglio 2009, sulla base di una grande petizione popolare cui era seguita ordinanza 16 Settembre 2009 firmata dall’allora Direttore dell’Osservatorio Ambientale Pietro Rubellini. L’impegno dell’amministrazione (ricordiamo che la votazione a favore della mozione è stata accolta all’unanimità) è stato assunto per venire incontro, così venne dichiarato con grande clamore sulla stampa di allora, a tutte quelle persone che, stanche di rincorrere, negli anni fra il 2006 ed il 2009, le notizie sui giornali o di essere escluse dall’accesso fino allora limitato a pochi, alle informazioni riguardanti gli alberi a cui ogni cittadino ha comunque diritto per legge e non solo per le leggi sulla trasparenza (diritto del pubblico garantito dal decreto legislativo del 19 agosto 2005, n. 195 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE, di accedere alle informazioni relative all'ambiente in possesso delle Autorità Pubbliche da parte di chiunque ne faccia richiesta senza dover dichiarare il proprio interesse). L’assoluta novità dell’accoglimento della domanda popolare rispetto alle informative sugli alberi consisteva proprio nella facilità con cui un qualunque cittadino, semplicemente dotato di un pc ma anche solo di uno smartphone, potesse essere sempre aggiornato sugli abbattimenti previsti nel territorio comunale di Firenze, con un click, anche come forma di vigilanza attiva sull’unica motivazione ormai ritenuta valida dalla maggioranza dei cittadini per un abbattimento, ovvero un’insanabile malattia dell’albero che ne pregiudichi, tramite prove oggettive tipo prove di trazione e non solo VTA, la stabilità. A distanza di anni, oggi più che mai le persone vorrebbero poter contare su un’informazione rapida e puntuale che li rassicuri sulla salvaguardia del patrimonio arboreo, preoccupati dei palesi cambiamenti climatici e dalle ripercussioni sulla salute generale causati dalle sempre più vaste isole di calore, di cui, lo ricordiamo, proprio l’Assessorato all’Ambiente avvertiva la popolazione con continui richiami, mediante appositi seminari sull’importanza degli alberi in città circa i loro effetti sulla mitigazione di calore già in anni dove il problema non era così evidente come adesso. Ebbene, nonostante le grandi dichiarazioni di intenti in merito all’osservatorio permanente che si dichiarava aperto alla partecipazione dei cittadini, per l’ennesima volta questi sono stati ingannati. Infatti, nella giornata di ieri, dietro le molte segnalazioni e foto dei cartelli apparsi sul Viale, si è potuto constatare che per gli alberi del Viale Redi nessuna comunicazione al riguardo del loro abbattimento era stata pubblicata durante tutto il mese precedente e quello ancora prima (la ricerca è andata all’indietro fino a Giugno), mentre, a riprova della continuità dell’obbligo di trasmissione sulla sezione abbattimenti dell’Albo Pretorio, si è potuta verificare la presenza di una comunicazione dell’Assessorato all’Ambiente risalente al 27 luglio 2022 , pubblicata sull’Albo Pretorio riguardante 40 alberi nella zona fra via Mariti e Ponte di mezzo, che evidenzia l’intento di eliminare gran parte degli alberi ad alto fusto, con il loro prezioso apporto di mitigazione delle isole di calore, nella zona Novoli, per altro fra le più esposte a rialzi termici ben oltre le medie. La comunicazione non risulta per altro accompagnata da certificazioni di prove tecniche circa malattie insanabili di tutti questi alberi. Ma oltre all’ordine di servizio non è stato rispettato neppure l’obbligo di non abbattimento per le nidificazioni in corso in questo periodo, tutelate da leggi nazionali ed europee. Infatti nel periodo estivo (come richiede anche l’I.S.P.R.A. con il parere n. 28907 del 3 maggio 2019) sono vietati tutti gli interventi che possano disturbare la riproduzione dell’avifauna selvatica (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.,) Tali divieti sono ripresi dall’art. 79, comma 2°, della legge regionale Toscana n. 30/2015 e s.m.i.Il disturbo/danneggiamento/uccisione delle specie avifaunistiche in periodo della nidificazione può integrare eventuali estremi di reato, in particolare ai sensi dell’art. 544 ter cod. pen. Anche Cittadini per gli Alberi presenterà pertanto un esposto alla Procura della Repubblica per attenzionare la Procura sulla preoccupante scelta di eliminare alberi ancora sani e stabili in zone urbane, il cui apporto attuale in termini di benefici per la salute pubblica generale non è sostituibile da reimpianti che produrranno gli stessi vantaggi fra 40 anni, sempre che sopravvivano in questi climi torridi. Ormai, dato il non ascolto e la chiusura di processi di trasparenza ai comuni cittadini, non rimane che rivolgersi alla Magistratura, che nel caso di Firenze si è per altro dimostrata negli anni sensibile ad imprimere un controllo più stretto sulla crescente predisposizione dell’Amministrazione fiorentina ad abbattere quanti più alberi adulti possibili, gli unici che con le loro folte chiome garantiscono il filtraggio dai particolati e garantiscono un apprezzabile abbassamento delle temperature, come per altro ben spiegato nei vari seminari tenuti dalla stessa Amministrazione sull’argomento, tranne poi nei fatti non rispettare le loro stesse raccomandazioni. CpA

lunedì 7 gennaio 2019

MOZIONE PIU' TRASPARENZA SU ABBATTIMENTI DEGLI ALBERI A FIRENZE!



Mozione n°: -2018/02101
Mozione N. 2018/02101
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Mozione
Oggetto: Albo pretorio: più trasparente e veloce
Proponente: Arianna Xekalos
Data: 15 novembre 2018
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO che è riconosciuto dalla Legge che il patrimonio arboreo è di proprietà dei
cittadini e che
ad essi viene riconosciuto il diritto di essere informati sulla sorte del verde pubblico, fatti
i necessari
richiami alla Legge sulla Trasparenza, in particolare quella che riguarda
specificatamente i dati
ambientali
VISTO CHE il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità ed attuato la mozione n.
409 del 27/7/2009, con oggetto “Per informare i cittadini” ed il conseguente Ordine di
Servizio, che obbliga questa Pubblica Amministrazione alla pubblicazione delle
informazioni inerenti l’ubicazione e il numero di tutti gli alberi siti nel territorio
comunale, sia privati che pubblici, incluso gli abbattimenti decisi a motivo di progetti
approvati, con allegati foto e planimetrie, almeno 30 giorni prima dell’evento su Albo
Pretorio e su Albo Pretorio on-line
CONSDIERATO CHE la VTA e le scheda-pianta, unitamente a tutti gli atti che riguardano
eventualmente l’albero (prove di trazione, provvedimenti di somma urgenza etc.) sono
il
punto cardine dell’informazione da
dare ai cittadini,
perché è
in base ad esse che viene
decisa la sorte dell’albero (se malato, instabile od altro) e quindi sono un dato sostanziale e
Movimento 5 Stelle
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Mozione n°: -2018/02101
non marginale dell’informazione a
cui la Pubblica Amministrazione
è obbligata nei
confronti dei cittadini interessati.
APPRESO CHE
sono diversi i rinvii a cui il sito dell’albo pretorio fa rimando prima di
arrivare all’informazione vera e propria relativa all’albero in questione. In alcuni casi si
arriva addirittura ad 8 collegamenti.
Ad ostacolare ulteriormente l’accesso, ora la PA costringe l’utenza ad
aprire file per la
firma in digitale in formato p7m, generalmente in dotazione ad architetti e ingegneri.
Tale sistema va contro lo spirito della Legge sulla Trasparenza, che se
fosse rispettata
porterebbe alla
creazione di un link semplice, intuitivo e diretto per accedere ai dati relativi all’albero
(VTA e scheda
pianta) ed a permettere l’apertura dei file in formati accessibili alla grande utenza.
INVITA IL SINDACO E L’ASSESSORE COMPETENTE
1.
A pubblicare nell’albo pretorio
l’allegato
“scheda”,
cosiddetta VTA (Visual Tree
Assessment), oltre all’eventuale “scheda pianta”
a corredo della VTA, secondo le
indicazioni della SAI (Società
Arboricoltura Italiana).
2. A pubblicare
nell’Albo Pretorio online, sul medesimo link della VTA e scheda pianta,
anche
il
necessario preventivo e motivato Nulla Osta della Sovrintendenza.
Nel
caso
di
abbattimenti relativi alla realizzazione di un progetto urbanistico/edilizio,
a pubblicare
il
Nulla Osta
Preventivo agli abbattimenti
che
deve essere un provvedimento autonomo e
separato da altra autorizzazione edilizia/ urbanistica (PRG Vittorini)
3.
A creare un unico link semplice, intuitivo e diretto
per
accedere a tutta la
documentazione di cui
sopra
(VTA e scheda pianta, autorizzazioni, verbali di
provvedimenti di somma urgenza) che consenta
a qualunque cittadino interessato di trovare facilmente tutte le informazioni.
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mercoledì 17 ottobre 2018

QUAL E' LA VERITA' SULLA "NECESSITA'" DEL RICAMBIO DEGLI ALBERI?

Secondo molti funzionari del Comune di Firenze, portavoce e latori di messaggi alla popolazione sulla NECESSITA' DI RICAMBIO (dunque= abbattimento) degli alberi di alto fusto, nella fattispecie i PLATANI che dovranno far posto alla TRAMVIA, ci dobbiamo rassegnare al fatto che COMUNQUE GLI ALBERI DEVONO ESSERE SOSTITUITI A PARTIRE DA UNA CERTA ETA'.
Peccato che fonti autorevoli si siano espresse IN MODO CONTRARIO A QUESTE AFFERMAZIONI, PARADOSSALMENTE PROPRIO IN UNA PUBBLICAZIONE  DELLO STESSO COMUNE DI FIRENZE, che riportiamo integralmente pià avanti, DOVE SI AFFERMA CHE SONO PROPRIO GLI ALBERI DI ALTO FUSTO E DI UNA CERTA' ETA' GLI UNICI AD ASSORBIRE LA CO2 E A CONTRASTARE L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO, in particolare a svolgere importantissime funzioni di FILTRAGGIO DEI PERICOLOSI PARTICOLATI.
Ora, delle due l'una: o sono stati SPESI INUTILMENTE DENARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PER LA PUBBLICAZIONE DI UNO STUDIO MOLTO ARTICOLATO E SICURAMENTE COSTOSO CHE RIPORTAVA DATI NON VERI O FUORVIANTI, oppure SONO LE ATTUALI AFFERMAZIONI DEI VARI PORTAVOCE, MIRANTI A FAR RASSEGNARE LA POPOLAZIONE ALLO SVUOTAMENTO SISTEMATICO DEI LORO VIALI, A NON ESSERE VERITIERE...LASCIAMO A VOI DECIDERE QUALE DELLE DUE IPOTESI E' SECONDO VOI LA PIU' PLAUSIBILE.......BUONA LETTURA!


                                               LA FORESTA URBANA
                                           PER L’ABBATTIMENTO DI CO2 

                                   PUBBLICATO DA: COMUNE DI FIRENZE

1 LA FORESTA URBANA PER L ABBATTIMENTO DI CO 2 Linee Guida per un regolamento del verde
2 2 Linee Guida per un regolamento del verde Bagno a Ripoli Calenzano Campi Bisenzio Fiesole Firenze Lastra a Signa Scandicci I Comuni di Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Fiesole, Firenze, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa, hanno determinato di coordinare e programmare i propri processi di Agenda 21 e le loro azioni volte allo sviluppo sostenibile con un protocollo d'intesa formalizzato il 26 novembre 2004. Sesto Fiorentino Signa
3 3 Progetto Attuazione dell Agenda 21 Locale dell Area Fiorentina Cofinanziato con il Bando per il Cofinanziamento di programmi di attivazione e di attuazione di Agende 21 locali del 2008 della Regione Toscana Responsabile del procedimento: Pietro Rubellini Direzione Ambiente, Comune di Firenze Coordinatore politico: Stefania Saccardi - Assessore all Ambiente Comune di Firenze Gruppo di coordinamento politico: Francesco Casini - Assessore all Ambiente Comune di Bagno a Ripoli Gaetano Zipoli - Assessore all Ambiente Comune di Calenzano Serena Pillozzi - Assessore all Ambiente Comune di Campi Bisenzio Luciano Orsecci - Assessore all Ambiente Comune di Fiesole Filippo Biancalani - Assessore all Ambiente Comune di Lastra a Signa Simona Bonafé - Assessore all Ambiente Comune di Scandicci Andrea Banchelli - Assessore all Ambiente Comune di Sesto Fiorentino Federico La Placa - Assessore all Ambiente Comune di Signa Coordinatore tecnico: Riccardo Pozzi - Comune di Firenze Gruppo di coordinamento tecnico: Ilenia Iacopozzi - Comune di Bagno a Ripoli Gianna Paoletti - Comune di Calenzano Loredana Sabatiiini - Comune di Campi Bisenzio Alessio Bacci e Elena Petrini - Comune di Fiesole Valter Cozzi - Comune di Firenze Stefano Giovannini - Comune di Lastra a Signa Ilaria Baldi - Comune di Scandicci Leonardo Mangiarotti - Comune di Sesto Fiorentino Valerio Balzoni - Comune di Signa
4 4 Linee Guida per un regolamento del verde Cofinanziatore del progetto: Regione Toscana Partner di progetto: Provincia di Firenze CET - Società Consortile Energia Toscana a r.l. Toscana Energia ARPAT ISPRA Quadrifoglio SAFI ASL 10 - Prevenzione ARS Dipartimento epidemiologico ISDE Associazione Medici per l ambiente ITI Leonardo da Vinci ANSAS - Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'autonomia Scolastica - ex IRRE Toscana Università di Firenze Dipartimento biotecnologie agrarie Università di Firenze Dipartimento di chimica CIBIC Centro Interdipartimentale per la Bioclimatologia Climatica dell Università degli Studi di Firenze CNR IBIMET CNR ICCOM CNR IVALSA CNR IBAF CNR ISE Progetto Firenze Hydrolab FONDAZIONE Osservatorio XIMENIANO di Firenze - Onlus WWF Toscana
5 5 Legambiente Toscana Ordine Architetti di Firenze Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze Ordine degli Agronomi della provincia di Firenze Centro Nazionale Rinnovabili Autori: Carlo Calfapietra, Arianna Morani, Gregorio Sgrigna, Francesco Loreto - CNR con il contributo di Francesco Ferrini - Università di Firenze
6 6 Linee Guida per un regolamento del verde Sommario 1. DEFINIZIONE E MULTIFUNZIONALITÀ DELLA FORESTA URBANA 7 2. GLI SCAMBI TRA FORESTA URBANA E ATMOSFERA URBANA 13 3. ABBATTIMENTO DI CO2 ATTRAVERSO GLI ALBERI IN CITTÀ 20 4. LINEE GUIDA PER MASSIMIZZARE L'ABBATTIMENTO DI CO2 NELLA FORESTA URBANA 32 5. CONCLUSIONI 36
7 7 1. Definizione e Multifunzionalità della Foresta Urbana Il verde urbano definisce tutto il sistema del verde urbano che comprende ad esempio il verde pubblico e privato, il verde attrezzato (es. campi sportivi e parchi giochi per bambini), i parchi, i filari di alberi, le aiuole di fiori e il verde decorativo in generale. La foresta urbana si può definire invece come l insieme della vegetazione arborea ed arbustiva presente in aree urbane e periurbane. Appare quindi chiaro come questa particolare tipologia di foresta presenti significative differenze con una foresta tradizionale. Prima tra queste è la sua struttura: essa è caratterizzata da una intrinseca frammentazione, infatti escluse le aree continue dei parchi, dei giardini e delle aree a vegetazione sub-naturale, la maggior superficie della foresta urbana è costituita da piccoli nuclei arborei e arbustivi, costituiti spesso da giardini privati e alberature stradali. Ovviamente tale struttura sarà peculiare secondo le caratteristiche climatiche e geomorfologiche della zona in cui si inserisce la città, ma anche delle sue radici storiche, culturali e socioeconomiche. La foresta urbana fa quindi parte del verde urbano e comprende specificatamente vegetazione arborea ed arbustiva.
8 8 Linee Guida per un regolamento del verde Figura 1: Insieme di elementi di differenti alberature della Foresta Urbana (da in alto a sx, in senso orario): parco pubblico urbano, viale alberato, un parco privato, strada ad alta frequentazione veicolare, parco periurbano Gli alberi in città contribuiscono al miglioramento delle condizioni ambientali urbane, grazie ai loro molteplici effetti di mitigazione e alle loro proprietà ecologiche e ambientali (McPherson et al., 1994). Gli alberi infatti influenzano il microclima delle aree abitate: grazie all effetto sulla riduzione della velocità del vento impediscono un eccessivo raffreddamento in inverno, mentre in estate, attraverso l evapotraspirazione e l ombreggiamento, contribuiscono alla diminuzione della temperatura (riduzione dell effetto isola di calore). Ciò determina un notevole risparmio energetico dovuto al minor
9 9 utilizzo di riscaldamento in inverno e di condizionatori in estate. Inoltre, riducono il rumore (seppur in misura limitata) e il ruscellamento dovuto alla grande percentuale di superficie impermeabilizzata; assorbono anidride carbonica (CO 2 ) e fissano carbonio nei tessuti; migliorano la qualità dell aria rimuovendo dall atmosfera inquinanti quali ad esempio l ozono (O 3 ), il biossido di azoto (NO 2 ), il monossido di carbonio (CO), l anidride solforosa (SO 2 ) e il particolato (PM 10, PM 2.5 ) attraverso assorbimento stomatico e/o deposizione sui tessuti arborei (foglie, rami, tronco); riducono l erosione del suolo; consolidano gli argini fluviali; purificano le acque grazie alle loro proprietà di fitodepurazione; migliorano la qualità della vita in ambiente urbano (McPherson et al., 1994). Diversi studi, mostrano come il verde in città, grazie al suo innegabile valore estetico, riduca lo stato di stress, favorisca le relazioni interpersonali, aumenti il tasso di attività motorie e riduca addirittura la criminalità (Kuo et al., 1998; Kuo e Sullivan, 2001a). L entità degli effetti benefici prodotti è legata a fattori quali: le dimensioni dei popolamenti, la loro posizione e configurazione rispetto agli edifici, la distanza tra gli alberi, l estensione e l altezza delle chiome, la densità fogliare e la sua persistenza.
10 10 Linee Guida per un regolamento del verde Figura 2: Particolare di parco pubblico in ambiente urbano, fornito di strutture ad uso ludico e ricreativo La valutazione degli spazi verdi e delle loro potenzialità e prospettive di sviluppo è complessa e richiede competenze multidisciplinari che spaziano dalla selvicoltura urbana alla pianificazione urbana, all economia, alla sociologia, all educazione e alla formazione (AA. VV., 2010). La selvicoltura urbana (dall Inglese Urban Forestry) è un approccio multidisciplinare sviluppato nell'ambito della ricerca forestale internazionale ed è definita come L arte, la scienza e la tecnologia di gestione degli alberi e delle risorse forestali all interno e all intorno dell ecosistema urbano al fine di promuovere i benefici fisiologici, sociali, economici ed estetici destinati alla società urbana (Helms, 1998, The Dictionary of Forestry. Society of American Foresters). L utilizzo della vegetazione arborea ed arbustiva per il miglioramento della qualità dell aria, e non solo, all interno del sistema urbano si è inizialmente diffuso in Nord America, poi soprattutto nei paesi dell Europa del centro-nord. Gli Stati Uniti
11 11 possono vantare già quasi trent anni di studi e pubblicazioni di carattere tecnico-scientifico relativi alla foresta urbana e ai benefici da essa prodotti. In Europa, l interesse e le ricerche sono cresciute nel recente passato grazie soprattutto allo European Forum on Urban Forestry che agisce sotto l egida dello IUFRO (Union of Forestry Research Organizations Unit 6.14.00 Urban Forestry) ed alla International Society of Arboriculture, società tecnico-scientifica il cui scopo è promuovere la pratica professionale dell arboricoltura e aumentare la consapevolezza dell importanza degli alberi in un pubblico sempre più folto, attraverso la ricerca, la tecnologia e la divulgazione e che conta oltre 21000 soci in tutto il mondo. In Italia, nonostante una cultura storica di rilievo nella realizzazione di alberature urbane, giardini e parchi, lo studio ma anche la stessa diffusione del verde urbano hanno avuto uno scarso interesse, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra (Sanesi, 2001). Figura 3: Esempio di edificazione in ambiente urbano priva di nuove alberature: il verde è rappresentato solo da pannelli illustrativi
12 12 Linee Guida per un regolamento del verde Negli Stati Uniti sono stati sviluppati dei modelli che valutano gli effetti del verde urbano e periurbano nel miglioramento della qualità dell aria e dell acqua nelle città, come ad esempio il modello i-tree Eco, sviluppato dall United States Departement of Agriculture and the Forest Service, un valido strumento per quantificare i benefici prodotti dalla foresta urbana e peri-urbana di una città e per migliorare le politiche di gestione delle stessa. i-tree è caratterizzato da diversi moduli ciascuno dei quali stima e quantifica alcuni degli effetti benefici prodotti dalla foresta urbana. Particolarmente interessanti sono i moduli C, B e D che stimano rispettivamente l assorbimento di carbonio, l emissione di comp
osti organici volatili (VOCs) e l assorbimento di inquinanti atmosferici. Il modello quantifica anche in termini economici alcuni di questi effetti considerando le esternalità positive connesse, ad esempio, con il miglioramento della qualità dell aria e ed il risparmio energetico. Dal punto di vista economico, la vegetazione urbana legnosa può inoltre avere un effetto importante sull aumento del valore degli immobili e degli edifici residenziali. Considerando questi aspetti, gli alberi non costituiscono più solo dei costi da sostenere ed un problema per le amministrazioni ma diventano una fonte di arricchimento ambientale, paesaggistico ed economico.
13 13 2. Gli scambi tra Foresta Urbana e atmosfera Le piante in ambiente urbano hanno la capacità si scambiare con l atmosfera diversi composti sotto forma gassosa sia per le normali esigenze metaboliche, sia per semplice gradiente di concentrazione, influenzando la composizione atmosferica in città. In primis il carbonio atmosferico, sotto forma di anidride carbonica (CO 2 ), viene fissato sotto forma di carbonio organico dalle piante attraverso il processo fotosintetico. In questo processo la CO 2 atmosferica viene convertita in glucosio grazie all energia radiante. 6CO 2 +6H 2 O+energia radiante C 6 H 12 O 6 +6O 2 Parte del carbonio assimilato viene però utilizzato dalla pianta stessa per soddisfare le proprie esigenze metaboliche, dando origine ad un flusso in uscita che prende il nome di respirazione autotrofa (Ra autotrophic respiration). Tramite la respirazione autotrofa viene rilasciato in atmosfera dal 30 all 80% del carbonio assimilato giornalmente tramite fotosintesi (Poorter et al., 1990; Loveys et al., 2002). L assorbimento di carbonio di un ecosistema forestale corrisponde alla produttività primaria netta dell ecosistema (NEP-Net Ecosystem Productivity). Come in ogni bilancio di massa, la NEP è il risultato di input ed output, cioè dei processi di mobilitazione del carbonio nel sistema suolo-pianta-atmosfera. Oltre ai processi fotosintetici bisogna però prendere in considerazione anche l emissione di altri composti come il metano (CH4) ed i composti organici volatili (VOCs: volatile organic compounds).
14 14 Linee Guida per un regolamento del verde Figura 4: Scambi gassosi tra Atmosfera Città Foresta Urbana: gli inquinanti prodotti in ambiente urbano e la CO 2 presente in atmosfera possono essere assorbiti dalla Foresta urbana, la quale può d'altro canto immettere VOCs in grado di interagire con gli inquinanti presenti incrementando la concentrazione degli inquinanti stessi. Tra i VOC gli isoprenoidi sono una classe molto importante e sono emessi abbondantemente dalle piante. L emissione di VOCs dalle piante è stata stimata in circa 1150 Tg C all anno (Guenther et al. 1995). Tra questi l isoprene (C 5 H 8, 2-metil-1,3 butadiene) è il più semplice, volatile e rappresenta circa l 80% del carbonio emesso sotto forma di composti organici volatili. I monoterpeni, (C 10 H 16 ) formati da due unità di isoprene, sono anch essi abbondantemente emessi dalla vegetazione sebbene in quantità minore dell isoprene (Niinemets et al. 2004). Considerando tutti i processi di mobilitazione del carbonio nel sistema suolo-pianta-atmosfera la NEP può essere ridefinita come
15 15 bilancio netto di carbonio dell ecosistema (NECB net ecosystem carbon balance, Chapin et al. 2005). Un importante implicazione dell emissione di isoprenoidi è legata al ruolo svolto da questi composti nella formazione dello smog fotochimico nella troposfera, che porta alla formazione di ozono (O 3 ) ed altri inquinanti secondari come ad esempio i perossiacil nitrati (PAN), aldeidi e chetoni (Foster et al. 2006; Loreto et al. 2008). E quindi opportuno scegliere per l ambiente urbano specie arboree che siano basse emettitrici di VOCs. Ad esempio, alcune latifoglie del genere Eucalyptus, Liquidambar, Robinia, Liriodendron, Populus, Quercus, Platanus, Salix e, essenzialmente, tutte le conifere, producono elevate quantità di isoprenoidi volatili, mentre altre come Acer e Tilia hanno potenziali di emissione limitati in condizioni ottimali di salute (Niinemets and Penuelas, 2008, Calfapietra et al. 2009). Figura 5 (viale alberato di lecci): Il leccio (Quercus ilex) ed altre specie appartenenti al genere Quercus emettono in atmosfera diversi tipi di VOCs che rappresentano una perdita di carbonio oltre ad avere implicazioni importanti per la qualità dell aria in città.
16 16 Linee Guida per un regolamento del verde Conseguentemente ai processi di scambio gassoso con l'ambiente esterno legati anche all'attività fotosintetica della pianta, oltre al carbonio atmosferico, le piante interagiscono con altri gas atmosferici come gli inquinanti. Figura 6: Le conifere, come il cedro e il cipresso molto frequenti a Firenze e nel centro Italia, comprendono in molti casi specie in grado di mantenere chiome molto dense e quindi notevoli superfici fogliari. Massimizzare la superficie fogliare è un fattore molto importante per massimizzare l assorbimento di carbonio e la cattura di inquinanti atmosferici, nonché diminuire l effetto isola di calore frequente in città che comporta tra l altro un notevole dispendio energetico (e di CO 2 ) durante l estate L'azione degli organismi vegetali sull'abbattimento di alte concentrazioni di inquinanti atmosferici può avvenire secondo due
17 17 grandi tipologie di azione: l'uptake stomatico, ovvero l'assorbimento all'interno del mesofillo fogliare tramite gli stomi; e la deposizione secca, riguardante l'inquinamento da particolato che viene intercettato fisicamente dalle strutture vegetali maggiormente esposte: rami e foglie (Fowler, 1989; Nowak, 1997; Beckett, 1998). Per quanto riguarda l'assorbimento degli inquinanti tramite le aperture stomatiche diverse sono le variabili da prendere in considerazione. Innanzi tutto bisogna considerare le diverse resistenze generate durante il trasferimento di gas dall'atmosfera all'interno del mesofillo. Senza scendere in eccessivi dettagli, la conduttanza stomatica, è un fattore che determina l'apertura stomatica e dunque la resistenza stomatica (Rs) tramite relazioni non lineari (Jarvis, 1976), risulta uno dei fattori principali nell assorbimento di inquinanti gassosi. È stato infatti osservato come la conduttanza stomatica sia il principale parametro che regola l'uptake di componenti gassose in atmosfera (Emberson et al., 2000; Fares et al. 2007). Essa è funzione del tipo di specie, della fenologia, e di variabili ambientali. Figura 7: Assorbimento di CO 2 attraverso una sezione fogliare: dall atmosfera tramite piccole aperture delle foglie, gli stomi, la CO 2 entra nell'ambiente interno della foglia, il mesofillo. Qui viene utilizzata per la formazione degli zuccheri all'interno dei cloroplasti. Specie con alta conduttanza stomatica (alto numero di stomi e/o stomi molto aperti) sono preferibili per massimizzare l assorbimento di CO 2 e la cattura di inquinanti atmosferici
18 18 Linee Guida per un regolamento del verde Figura 8: Esempio di stomi sulla superficie di una foglia di gelsomino, ingrandita tramite SEM (microscopio elettronico a scansione) Tramite uno studio condotto su 55 città statunitensi (Nowak; Crane, 2006) è stato calcolato che l'assorbimento totale degli inquinanti CO, PM 10, NO 2,SO 2, e O 3, è di 711000 t annue. Nello specifico è stato quantificato che tale rimozione varia dalle 11000 t annue di Jacksonville alle 22 t per anno di Bridgeport, con una media di rimozione annua per unità di superficie di 10,8 g m -2 a -1. Il particolato viene classificato di norma come PM 10 e PM 2.5 in base al diametro delle sue particelle. Tali particelle sono particolarmente pericolose per la salute umana in quanto possono facilmente essere
19 19 inalate e andare quindi a disturbare l'attività respiratoria anche nei reparti più profondi, quelli dei bronchioli e degli alveoli polmonari. E stato osservato che sono principalmente due le modalità di deposizione di tale materiale: la deposizione umida e la deposizione secca. Nel primo caso la deposizione avviene tramite fenomeni meteorologici, quali le precipitazioni che letteralmente ripuliscono l'aria facendo precipitare al suolo il materiale in sospensione. Nel secondo caso vengono descritte in letteratura (Beckett, 2000) tre tipologie di deposizione: per gravità, per moto browniano, per impatto e intercettamento. La foresta urbana dunque tramite i flussi turbolenti creati attorno alle strutture vegetali e i processi di deposizione secca presenta una concreta efficacia nell'abbattimento della concentrazione del particolato atmosferico. A seconda quindi del sito, delle condizioni di esposizione all'aria e dal tipo di specie, la quantità di particolato (PM 10 ) sulle foglie di un individuo arboreo può essere compresa tra 70 e 490 mg per m 2 di superficie fogliare (Beckett et al. 2000). È stato dimostrato come generi dotati di una maggiore complessità fogliare, come ad esempio Pinus o Cupressocyparis, a parità di velocità del vento siano in grado di captare una quantità significativamente maggiore rispetto ad altri generi altrettanto utilizzati in ambiente urbano (Beckett et al. 2000) quali Acer o Populus. Tale efficacia è inoltre dipendente anche dal sito di piantagione della vegetazione arborea. È evidente che questa avrà un'azione tanto più incisiva, quanto più vicina alle sorgenti di inquinanti (Freer Smith et al. 2003).
20 20 Linee Guida per un regolamento del verde 3. Abbattimento di CO 2 attraverso gli alberi in città Una delle importantissime funzioni, spesso non presa in considerazione nella gestione della vegetazione arborea cittadina, è proprio quella della riduzione degli inquinanti atmosferici quali ossidi di varia natura, idrocarburi e polveri sottili nonché di carbonio. In particolare il contenimento dell aumento di concentrazione di CO 2 atmosferica dovrebbe essere un elemento non trascurabile delle foreste urbane visto che ormai in questa definizione rientrano ampie fasce boschive a ridosso delle città sia preesistenti che di nuovo impianto. Figura 9: Il carbonio assorbito dagli alberi può essere immagazzinato in diverse strutture della pianta: I rami, la corteccia, le foglie, le radici e il tronco Il ruolo di contenimento della CO 2 da parte della foresta urbana avviene essenzialmente a due livelli: uno è il tradizionale
21 21 assorbimento di CO 2 per via stomatica, ma ancora più importante in ambiente urbano, è la riduzione di emissione di CO 2 derivante dal risparmio energetico dovuto alla presenza degli alberi. Il sequestro di anidride carbonica fa riferimento all ammontare annuale di CO 2 accumulata nella massa epigea ed ipogea della pianta: durante la fotosintesi la CO 2 atmosferica entra attraverso i pori delle foglie, si combina con l acqua, ed è trasformata in cellulosa, zuccheri, ed altri prodotti, mediante reazioni chimiche catalizzate dalla luce solare. Molti di questi prodotti vengono fissati nei tessuti legnosi della pianta, anche se una parte viene respirata o usata per costituire, ad esempio, foglie che saranno poi perse dalla pianta (Larcher, 1980). La quantità sequestrata dipende dalla crescita e dalla mortalità, che a loro volta dipendono dalla specie, dall età, dalla struttura e dal grado di salute della foresta. La sopravvivenza delle alberature ed in generale delle piante in ambito urbano poi, è un altra importantissima variabile che influenza la capacità di trattenere carbonio nel lungo periodo. Il tasso di mortalità per le alberature stradali e quelle in zone residenziali è sull ordine di 10-30% per i primi cinque anni e poi dallo 0.5 al 3% per ogni anno seguente (Miller and Miller, 1991; McPherson, 1993). Un possibile rimedio per minimizzare le perdite consiste nel selezionare specie adatte al sito di impianto; se la scelta cadesse su specie non adatte, queste andrebbero facilmente in stress con ritmi lenti di crescita e quindi poco efficienti anche per la finalità di sequestro di CO 2. È fondamentale, inoltre, non solo ridurre la mortalità, ma anche il mantenimento della copertura arboree esistente sostituendo le piante morte, così come, ad esempio, gli alberi estremamente vecchi senescenti che non abbiano valore monumentale. Gli alberi monumentali sono sicuramente un importante risorsa storico-paesaggistica, custodi e memoria della città stessa, ma sono allo stesso tempo piante caratterizzate da processi respirativi di maggiore entità rispetto a quelli fotosintetici, diventando così fonti di CO 2 invece che riduttori della stessa. La diminuzione delle emissioni di CO 2 dovuta alla foresta urbana è legata alla riduzione del cosiddetto effetto isola di calore durante le stagioni calde con conseguente risparmio di energia (e quindi CO 2 ) per condizionatori, nonché alla riduzione dei consumi per
22 22 Linee Guida per un regolamento del verde riscaldamento dovuti all effetto di coibentazione e di frangivento degli alberi nelle stagioni fredde. La quantità di emissioni di CO 2 evitate sembra essere particolarmente importante nelle aree interne rispetto alle aree costiere perché tipicamente la continentalità del clima tende a far aumentare i consumi per riscaldamento e condizionamento. I benefici di risparmio energetico derivanti dagli alberi piantati attorno a tipici edifici residenziali sono stati misurati in campo e stimati con simulazioni al computer (Parker, 1983; Meier, 1990). Alcuni studi, portati avanti soprattutto negli Stati Uniti dove viene rivolta notevole attenzione al ruolo della foresta urbana, hanno portato a delle stime accurate sulla capacità di controllo della CO 2 da parte degli alberi in città. In uno studio condotto a Tucson, Arizona su 300 alberi di diverse specie in zona residenziale è stato calcolato che in 40 anni il risparmio di CO 2 si aggira intorno alle 6000 t di cui circa 1/5 legato al sequestro di CO 2 e il restante al risparmio energetico prevalentemente per condizionamento proprio per le alte temperature registrate in questa città (McPherson, 1999). Simulazioni condotte in 12 città degli U.S.A. hanno dimostrato che i risparmi annui di energia per il condizionamento ottenibili da una pianta (latifoglia) ben posizionata alta circa 7.6 m variano da 100 a 400 kwh (10-15%) ed i risparmi sulla domanda di picco variano tra gli 0.3 e gli 0.6 kw (8-10%) (McPherson and Rowntree, 1993). I livelli più alti di risparmio in tutte le città, si traggono da una pianta collocata sul lato ovest dell abitazione, mentre conifere poste a sud aumentano la domanda di riscaldamento più di quanto non diminuiscano il carico richiesto per il raffreddamento. Piantare la specie sbagliata al posto sbagliato può quindi aumentare la domanda energetica di un certo edificio. Il contributo dell evapotraspirazione (ET) al totale dei risparmi energetici sul condizionamento, è stato considerato inferiore, a causa della complessità del fenomeno, rispetto al più evidente contributo fornito dall ombreggiamento; in generale l ET incide per circa 1/3-2/3 sul totale del contributo al condizionamento (McPherson & Simpson, 1995). Heisler (1986, 1990), stimò che un frangivento può ridurre la domanda energetica di riscaldamento per una tipica abitazione dal 5
23 23 al 15%, per alberi singoli la percentuale varia tra 1 e 3% (0.15-5.5 milioni di Btu, British Thermal Units, 1BTU=0.25 Kcal) per una tipica casa energeticamente efficiente. A livello nazionale le simulazioni per un albero (latifoglia) di 7.6 m collocato in maniera ottimale vicino ad una casa ben coibentata hanno portato ad un risparmio annuo compreso in un range tra 5-50$ (5-20%). Il risparmio energetico prodotto dagli alberi in ambiente urbano e periurbano è una fattore che ha una maggiore incidenza nell abbattimento della CO 2 rispetto agli effetti diretti della vegetazione arborea come l assorbimento e lo stoccaggio di carbonio (Rosenfeld et al., 1998), soprattutto in aree Mediterranee o comunque aree caratterizzate da estati calde e aride come il caso di Firenze. US$/a Risparmio per albero kwh/a risparmiati per albero Riduzione in Kg C/a 1) Risparmio energetico 9 92 15 a) Ombreggiamento 6 60 10 b) Evapotraspirazione 3.2 32 5 2) Rimozione di carbonio 0.1 (n/a) n/a 4.5 Tab.1 Impatto di un singolo albero in un anno sulla riduzione dell uso di condizionatori e CO 2 atmosferica rispetto alla rimozione di carbonio (da Rosenfeld et al., 1998)
24 24 Linee Guida per un regolamento del verde Dalla tabella 1 si evince come sia più efficiente piantare un albero in ambiente urbano per ombreggiare gli edifici e ridurre la temperatura in termini di riduzione di emissioni di CO 2 piuttosto che piantare lo stesso albero in una foresta. I 4.5 Kg per anno sequestrati in media (effettuata su 20 anni) da un albero è pari solo al 30% dei 15 Kg/a di emissioni di carbonio risparmiate da una albero che condiziona il microclima (Rosenfeld et al., 1998). Akbari (2002) ha stimato che un albero piantato a Los Angeles evita la combustione di 18 Kg di carbonio ogni anno, sebbene immagazzini solo 4.5-11 Kg di carbonio. Da un analisi effettuata a Baton Rouge, Sacramento e Salt Lake City, si evince che l impianto di quattro alberi per ciascuna casa (considerando gli alberi a maturità, quindi con una copertura di chioma di 50 m 2 ) produce una riduzione di emissioni di CO 2 da parte degli impianti per la produzione di energia pari a rispettivamente 16000, 41000 e 9000 tonnellate (Akbari, 2002). Questo risparmio energetico viene stimato considerando il minor utilizzo di impianti di riscaldamento e condizionamento. L attenzione verso questi aspetti è così forte negli Stati Uniti che sono stati sviluppati dei modelli per la stima dei benefici legati alla foresta urbana, tra i quali c è anche l assorbimento di carbonio come precedentemente descritto. Il modello applicato su diverse città degli Stati Uniti ha mostrato come il solo sequestro di CO 2 da parte delle foreste urbane si aggiri nell ordine di alcune centinaia di Kg di carbonio per ettaro per anno (Nowak et al. 2002). E chiaro che le foreste urbane che sono sottoposte a potature di mantenimento e conseguente decomposizione possono perdere una parte del carbonio stoccato nell ordine del 15% della CO 2 sequestrata (Jo and McPherson, 1995).
25 25 Figura 10: Esempio di potature particolarmente incisive con visibile diminuzione delle chiome arboree e rimozione di notevoli quantità di carbonio stoccato Anche studi in Europa e più recentemente in Italia hanno stimato le potenzialità di sequestro delle foreste urbane. A Liverpool è stato stimato un sequestro di carbonio in diverse aree residenziali oscillante tra le 17 t ha -1 per aree con maggiore densità di alberi e 1 t ha -1 per aree con scarsa copertura arborea considerando l intera vita vegetativa degli alberi (Whitford et al. 2001). In Italia stime utilizzando diverse metodologie hanno portato a valori di 160 t/anno di CO 2 sequestrata dagli alberi del Parco Ducale di Bologna (Baraldi, comunicazione personale), a 54 t/anno di carbonio per gli alberi di Villa Borghese a Roma (Calfapietra e Morani, unpublished). In ambito urbano la quantità di carbonio assorbito e immagazzinato si differenzia a seconda dell uso del suolo ma dipende soprattutto dal
26 26 Linee Guida per un regolamento del verde numero, le dimensioni e le caratteristiche delle specie legnose presenti, nonché dalle caratteristiche climatiche. Dalla tabella 1, derivata da misurazioni fatte a Perugia, si può notare come nella classe d uso del suolo Sub Naturale si verifica il maggior stoccaggio di carbonio mentre nella classe d uso del suolo Residenziale il maggiore assorbimento di carbonio. L area Sub Naturale ha una copertura arborea del 66% e presenta spesso individui molto vecchi e poco soggetti a potature o tagli (vedi il caso di Q. cerris): è qui che si accumula la maggior quantità del carbonio della foresta urbana perugina: 1095,41 t, circa il 40% del totale. L area Residenziale è caratterizzata da grandi quantità di individui arborei presenti all'interno di questa vasta classe di uso del suolo. Essa infatti con 5127 alberi stimati comprende il 43% del totale degli individui di tutta l'area di studio di Perugia (Sgrigna, 2011). Centro Storico Assorbimento (t/a) Stoccaggio (t) Assorbimento (t/ha*a) Stoccaggio (t/ha) 17 430 0.16 4.08 Residenziale 42 763 0.21 3.90 Parco Urbano 22 690 0.31 9.86 Sub Naturale 21 1095 0.51 26.51 Totale 102 2978 0.25 7.23 Tab. 2 Carbonio assorbito (espresso in t/a e in Kg per m 2 di superficie fogliare) ed immagazzinato (t) per diversi usi del suolo nella città di Perugia (Sgrigna, 2011)
27 27 Figura 11: Grande esemplare di Quercus cerris presente nella foresta urbana di molte città del centro Italia. Questi individui, se lasciati crescere liberamente senza potature possono raggiungere notevoli dimensioni e fungere da importanti sink di carbonio anche se individui vecchi tendono a perdere nel tempo la capacità di assorbire nuovo carbonio
28 28 Linee Guida per un regolamento del verde La tabella 3 mostra lo stoccaggio e l assorbimento di carbonio stimati per ettaro per classe d uso del suolo della città di Barcellona (Spagna). Stoccaggio (kg/ha) Assorbimento (kg/a*ha) Foresta urbana 33.345 1.243,7 Foresta naturale 19.834,1 988,9 Residenziale 23.027,6 1.331,7 Residenziale multifamiliare 5.73,1 349,7 Trasporto 7.555,2 381,6 Istituzionale 4.448,9-82,0 Commerciale/ Industriale 276,8 25,9 Aree intensive 10.616,6 548,1 Totale 11.208,0 535,7 Tab. 3: Carbonio assorbito e immagazzinato per ettaro secondo le diverse classi di uso del suolo per la città di Barcellona (Chaparro e Terradas, 2009) Secondo Birdsey (1992) un albero in bosco accumula CO 2 per il 51% nel tronco, 30% nei rami e il 3% nelle foglie. Circa il 18-24% del carbonio assorbito totale viene immagazzinato nelle radici. Esistono alcune incertezze (Peper & McPherson, 1998, Nowak et al, 2002, Johnson & Gerold, 2003), sul sequestro effettivo a livello radicale e sui costi di emissioni per l'impianto e la manutenzione del
29 29 verde. Peraltro, Pataki et al (2006) sostengono che questi calcoli si riferiscono esclusivamente alla crescita ed alle emissioni indirette associate con la componente vegetale del verde urbano, mentre l'impatto sul pool di carbonio del suolo è più incerto. Che il carbonio stoccato in un suolo sia superiore a quello della vegetazione che vi cresce è, comunque, noto (Batjes, 1996). Non bisogna quindi trascurare il carbonio che viene accumulato nel suolo, soprattutto nei parchi che più si avvicinano a foreste sub naturali. Negli Stati Uniti negli ecosistemi forestali il 61% del carbonio totale viene immagazzinato nel suolo. Il carbonio stoccato nel suolo dei parchi urbani viene invece stimato pari a 102 milioni di tonnellate (Nowak e Heisler, 2010). Figura 12: Il carbonio può essere accumulato nel suolo sia tramite le radici (a sinistra) che con la decomposizione della lettiera di foglie secche (a destra, in alto) le quali nel tempo arricchiscono di carbonio il suolo sottostante (a destra, in basso)
30 30 Linee Guida per un regolamento del verde Alla luce di quanto detto sembrerebbe quindi opportuno valutare anche a livello nazionale il contributo delle foreste urbane nell ottica del registro dei serbatoi di Carbonio rivedendo quindi la decisione di eleggere solo la gestione forestale nell ambito delle attività addizionali previste dall art. 3.4 del Protocollo di Kyoto con esplicita esclusione del verde urbano (Lumicisi et al. 2007). D altronde sempre più frequenti si fanno i programmi di forestazione nelle grandi città con un focus sul contributo delle foreste urbane alla politica di contenimento delle emissioni di CO 2, che negli Stati Uniti stanno diventando conosciuti con il nome di Urban (o community) Forestry Programs e Shade Tree Programs che sono spesso partnership tra enti locali, servizi pubblici, volontari ed associazioni non-profit. Un esempio eclatante è certamente quello del MillionTreesNYC che prevede l impianto di un milione di alberi nella città di New York nell arco dei prossimi 20 anni con uno stoccaggio di carbonio stimato solamente per sequestro netto diretto e senza quindi tenere conto del risparmio energetico di oltre 1500 tonnellate all anno (Morani et al. 2011). Il programma The Billion Tree campaign è un iniziativa mondiale supportata dal United Nations Environment Programme che incentiva campagne di riforestazione in tutto il mondo ed è stato ispirato dal Prof. Wangari Maathai, premio nobel per la pace nel 2004, a testimonianza di come nel mondo sia iniziata una concreta sensibilizzazione verso il tema degli effetti benefici che gli alberi producono verso l ambiente e per la saluta umana. Anche in Italia i gestori di aree verdi urbane stanno valutando di finanziare i progetti di forestazione urbana attraverso il mercato del carbonio, visto che ormai il mercato del carbonio è accreditato a livello internazionale e i recenti orientamenti legislativi sembrano sempre più andare verso questa direzione. Nello stesso tempo, appare ormai opportuno realizzare un inventario accurato delle foreste urbane italiane anche e soprattutto per contabilizzarne il carbonio stoccato. L impatto da parte delle aree verdi periurbane e dell agroforestazione sul sequestro di diossido di carbonio e degli altri gas serra atmosferici appare meritevole di essere approfondito,
31 31 considerato che molte aree limitrofe alle conurbazioni potrebbero esercitare un azione di primaria importanza sulle dinamiche comportamentali degli individui e sul loro benessere psico-fisico. Una corretta valutazione di tali aspetti è molto importante, anche sulla base dell ampia superficie che tali aree occupano sul territorio italiano ed allo scopo di identificare le strategie economiche e tecnologiche necessarie per ridurre gli effetti negativi del global change sul benessere e la salute dell uomo. La gestione sostenibile della vegetazione arborea ed arbustiva urbana si basa su diversi aspetti. La pianificazione, progettazione e gestione sono cruciali per incrementare i benefici netti prodotti dagli alberi in città: mantenere le piante in buona salute, sostenere la copertura arborea già esistente, scegliere le specie arboree più adatte al fine di aumentarne la sopravvivenza e massimizzare l effetto benefico che si desidera ottenere (le specie ad esempio migliori per l abbattimento della CO 2 potrebbero non essere le più indicate per il miglioramento della qualità dell aria). ECOSISTEMA NEE (g C m -2 a -1 ) Referenza Prateria 153 Soussana et al. 2007 Bosco maturo 340 Luyssaert et al. 2007 Piantagione forestale a rapida crescita 528 Zenone et al. www.fao.org/forestry Tabella 4: Capacità di assorbimento di carbonio di diversi ecosistemi misurati con la tecnica eddy covariance che consente di misurare gli scambi netti dell ecosistema (NEE) tenendo anche conto dell immagazzinamento di Carbonio del suolo (al netto delle perdite per respirazione e decomposizione).
32 32 Linee Guida per un regolamento del verde I dati derivano da misure realizzate in ambienti extraurbani data la difficoltà di utilizzare questo tipo di approccio in ambiente urbano ma possono rappresentare una base di partenza per le politiche di gestione di uso del suolo da parte dei comuni.
33 33 4. Linee guida per massimizzare l abbattimento di CO 2 da parte della Foresta Urbana 1) Prediligere specie che coniugano rapida crescita e longevità La quantità di CO 2 accumulata negli alberi di una foresta urbana dipende da diversi fattori come la densità di copertura già esistente, lo schema, la densità d impianto e la specie (McPherson, 1999). Le specie a rapido accrescimento inizialmente fissano maggiori quantità di CO 2 ma hanno un ciclo biologico generalmente più ridotto rispetto alle specie a lento accrescimento. Un esempio di specie a rapido accrescimento sono i pioppi (genere Populus) che però presentano degli svantaggi in ambiente urbano: si tratta infatti di una specie a legno tenero che se interessata da patogeni e/o in presenza di forti venti, è frequentemente soggetta a crolli, necessita di un cospicuo apporto idrico e da problemi di allergie a causa dei pollini che produce. Bisognerebbe inoltre preferire specie che a maturità raggiungono grandi dimensioni perché riescono ad immagazzinare maggiori quantità di CO 2 anche se in tempi più lunghi. Specie arboree di grandi dimensioni (in ottime condizioni fito-sanitarie) aumentano la rimozione di carbonio e anche di inquinanti atmosferici. Alberi con un diametro maggiore di 83.8 cm assorbono circa 47 volte più carbonio di alberi di piccole dimensioni con diametro inferiore ad 8 cm (Nowak et al., 2000). Piante di grandi dimensioni immagazzinano inoltre 530 volte più carbonio di quelle di piccole dimensioni (Nowak et al., 2000). 2) Scelta del materiale vegetale e riduzione della CO 2 La piantagione di alberi in ambiente urbano risulta particolarmente efficace per questo scopo poiché, oltre alla riduzione diretta dell anidride carbonica, è in grado di innescare un feedback positivo che porta al miglioramento del microclima e ad una riduzione dell uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun albero (Rosenfeld et al., 1998). Per questo motivo, ciascuna pianta messa a
34 34 dimora in ambiente urbano svolge un azione di riduzione della CO 2 equivalente a quella di 3-5 alberi forestali di pari dimensioni (Akbari, 2002). Il verde urbano è, quindi, un elemento importante per compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti dalle attività antropiche (Bertin, 2006). Specie arboree Assorbimento lordo di C Kg/individuo Acacia dealbata 3.44 Acer negundo 5.92 Ailanthus altissima 2.01 Catalpa bignonioides 4.32 Cedrus atlantica 5.17 Cedrus deodara 4.95 Celtis australis 6.21 Cercis siliquastrum 3.87 Cupressus sempervirens 3.35 Laurus nobilis 2.66 Ligustrum lucidum 3.6 Olea europaea 5.04 Pinus pinea 2.95 Platanus acerifolia 11.79 Populus alba 6.52 Populus nigra 4.3 Prunus cerasifera 6.06 Quercus ilex 4.7 Ulmus minor 6.25 Tab. 5: Lista di specie estratta specie censite a Firenze nei pressi di una linea ferroviaria (Paoletti, 2009). I dati di carbonio lordo assorbito per individuo sono stati estratti da Chaparro L. e Terradas J., 2009. 3) Limitare la mortalità: Ridurre la mortalità è fondamentale per preservare gli effetti di mitigazione in generale, e quelli di riduzione della CO 2 in particolare.
35 35 Morani et al., 2011 mostrano come un variazione della mortalità dal 4 all 8% annuo porti ad una riduzione del carbonio stoccato da 60.000 a 11.000 (valori di picco su 100 anni) tonnellate annue. 4) Limitare potature troppo estese: Selezionando specie arboree adatte all ambiente urbano e al sito d impianto (anche come dimensioni e tasso di crescita) si possono minimizzare le potature, riducendo quindi l emissione di CO 2 conseguente all uso di mezzi meccanici e attrezzi da taglio a motore e limitare la perdita della CO 2 stoccata nelle parti legnose aeree degli alberi. Bisognerebbe evitare o ridurre fortemente la pratica della capitozzatura che asporta la maggior parte dei rami (quindi carbonio assorbito) e può portare ad un serio danneggiamento delle piante. 5) Mantenere alberi longevi, di grandi dimensioni e in salute (gestione e manutenzione): Permettere agli alberi di arrivare a maturità e scegliere specie che raggiungono grandi dimensioni attraverso la manutenzione, il monitoraggio e il controllo fito-sanitario massimizza l assorbimento di carbonio. Non solo i nuovi impianti ma anche il mantenimento e la gestione del patrimonio arboreo già esistente sono fondamentali per sostenere la mitigazione della CO 2 dagli alberi. 6) Utilizzare specie arboree che hanno ridotte esigenze di manutenzione: Quindi ridurre le emissioni di carbonio causate dalle attività di manutenzione e gestione. 7) Selezionare le aree dove effettuare nuovi impianti per massimizzare gli effetti di mitigazione degli alberi: L albero sbagliato al posto sbagliato può addirittura aumentare il consumo energetico di un edificio. E quindi fondamentale il posizionamento degli alberi rispetto agli edifici per quel che riguarda il risparmio energetico. Bisogna inoltre pensare che la CO 2 non è legata ad una singola città o ad uno specifico luogo, ma fa parte dell atmosfera globale. Mitigare
36 36 la concentrazione globale di anidride carbonica significa però agire anche a livello locale come ricordato nell ambito di Agenda 21 di cui il Comune di Firenze fa parte. 8) Utilizzare il legno per la produzione di energia o in prodotti di lunga durata: Ridurre il bisogno dei combustibili fossili per la produzione di energia e ridurre le emissioni di CO 2 9) Preservare il carbonio immagazzinato nel suolo: Il 18-24 % della CO 2 assorbita dagli alberi e il 61% del carbonio totale in ecosistemi forestali vengono stoccati rispettivamente nelle radici e nel suolo. Nei parchi urbani degli Stati Uniti sono immagazzinati 102 milioni di tonnellate di carbonio. Ecco perché è fondamentale ridurre il disturbo del suolo soprattutto in quei parchi urbani che più si avvicinano ad aree dalle caratteristiche sub naturali: in questo modo si riducono le emissioni di CO 2 dovute ai processi di respirazione favoriti dall irraggiamento diretto e di decomposizione a cui è soggetto il legno morto. 10) Utilizzare i terreni liberi per programmi di rimboschimento: Molti terreni sia all interno delle città che nelle grandi fasce marginali presenti ai confini delle città offrono spesso grosse possibilità di accumulare carbonio attraverso programmi di forestazione che si traducono spesso anche in recupero ambientale.
37 37 5. Conclusioni Il problema della pianificazione, impianto e gestione delle aree verdi deve essere inquadrato nella prospettiva di combinare, quanto più possibile, risultati soddisfacenti sotto il profilo tecnico ed economico, con il rispetto delle attività umane e dell'ambiente ecologico. Le scelte saranno, quindi, effettuate anche sulla base della quota d inquinanti rimossi dalla vegetazione, il miglioramento, in percentuale, della qualità dell aria, l emissione oraria e giornaliera dei composti organici volatili, ed il relativo impatto sulla genesi di ozono; l ammontare totale del carbonio organicato, l effetto del bosco urbano sull efficienza energetica nella zona confinante, la produzione di polline e allergeni, l evapotraspirazione e la conseguente modifica del microclima. Il conseguimento di questi obiettivi richiede un complesso di conoscenze, derivate dalla ricerca sperimentale e dall'esperienza pratica che, purtroppo, al momento attuale, risultano piuttosto carenti e, per alcuni aspetti, completamente mancanti nel nostro Paese, mentre è d'altra parte indubbio, e documentato da un'ampia bibliografia scientifica e tecnica, che la ricerca su questo argomento di primario interesse, è stata negli ultimi tempi particolarmente intensa soprattutto negli Stati Uniti, e nei Paesi Europei dove sono in atto da anni progetti di lungo termine per la sostenibilità delle aree urbane. I risultati presenti in letteratura, tuttavia, non sono sempre direttamente applicabili in Italia, sia per una diversità di condizioni pedoclimatiche, sia per un diverso contesto sociale, culturale ed economico e necessitano una revisione completa con l elaborazione di modelli originali che tengano in considerazione anche la specificità della flora e degli assetti urbanistici riscontrabili nelle varie zone d Italia. Proprio per questo sono in corso, anche in Italia, alcuni progetti che vedono coinvolti gruppi di ricerca multidisciplinari, che affrontano le problematiche legate ad una visione globale del verde multifunzionale ormai considerato come un vero e proprio ecosistema diversificato ed ecologicamente stabilizzato che assicuri
38 38 alla comunità, quelle condizioni di sostenibilità ormai divenute presupposto indispensabile nella gestione del verde urbano e periurbano.
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